Tab Article
Mutevole e precaria apparenza, autocorrezione ed autogenerazione, ma anche, demitizzazione sono diventati, oramai, termini che esprimono, al meglio, il nostro tempo presente. Tempo in cui la trasformazione del corpo costituisce non solo una realizzazione pratica di un desiderio ma, anche, una fonte dalla quale trarre sicurezza, capacità di possesso e di dominio su ciò che rappresenta il dispiegamento più autentico del naturale. E per recuperare una qualche forma di protezione della nostra corporeità, risulta, oramai, estremamente riduttivo parlare di "ritorno alla natura umana" dato che la sacralità del corpo passa attraverso la presa di coscienza di ciò che ci circonda, dell'"ecotecnia" in cui ci troviamo a vivere. Dove due forze distinte - naturale e artificiale - si uniscono non come compensazione ma come incorporazione e incarnazione. "Da Icaro a Iron Man", dunque, per cogliere e percepire tracce di un tempo presente, il quale si dilata dall'umano al post-umano, dal destino all'antidestino: fino a giungere a quell'oltre, a quella metamorfosi che, per ora, ha dato solo flebili accenni dei suoi effetti.